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ÀMATI, volersi bene attraverso il cibo è il manuale firmato dal dottor Silvio Spinelli, medico chirurgo esperto di terapia nutrizionale, per approcciarsi alla conoscenza degli effettivi curativi dei cibi, una pratica che non lascia mai fuori il gusto nel prendersi cura di sè. La novità di questo manuale di facile consultazione sta soprattutto nei capitoli suddivisi in base ai principali organi del corpo, con l'indicazione dei cibi più o meno adatti e i consigli alimentari per mitigare i disturbi più comuni. Grande attenzione all'apparato digerente (stomaco, fegato e intestino) ma anche a reni, cuore e a un organo fisicamente lontano, ma fortemente connesso all'alimentazione come il cervello.
E non sono solo le qualità degli alimenti a influire sul benessere, ma soprattutto la loro combinazione, la posizione all'interno dei pasti, i metodi di cottura, il periodo dell'anno in cui è meglio consumarli. Insomma un concetto antico e rivoluzionario di approccio alla dieta inteso come stile di vita che guarda all'uomo nella sua interezza e non a esigenze momentanee. A corredo del libro un completo ricettario, curato dallo chef Angelo Biscotti, dove le preparazioni sono suddivise per portata oltreché per organo.
ÀMATI! però è un progetto che si espande oltre al libro (presto anche in versione ebook e in lingua inglese) per approdare a un sito (www.amatinutrition.com) dove quotidianamente sono pubblicate news sul rapporto cibo e salute e un progetto di agricoltura, che già vive attraverso una prima azienda agricola nelle colline Piacentine e quindi di ristorazione che a breve si espliciterà in un primo locale innovativo.
L’ALIMENTAZIONE COME TERAPIA: UNA SFIDA CHE CI RIGUARDA
di Silvio Spinelli
Periodicamente l'OMS formula dei rapporti sullo stato di salute della popolazione a livello mondiale. In tali rapporti si tratta della sicurezza sanitaria della popolazione del pianeta, del ruolo che giocano le cure primarie nelle varie nazioni e dei sistemi sanitari nazionali. In particolare ci si occupa di problemi specifici che possono attentare alla salute della popolazione del pianeta. Tra i vari rischi presi in considerazione, vi sono quelli che potrebbero coinvolgere il pianeta con epidemie quali, SARS, influenza aviaria, ma anche malattie che in questi ultimi vent'anni si sono diffuse notevolmente (meningiti, colera, febbre gialla). Un pericolo alla sicurezza mondiale è dato anche dallo sviluppo e diffusione di malattie virali, la febbre emorragica data dal virus Ebola, l'infezione da HIV, ecc. Un grosso rischio viene anche da epidemie di origine alimentare, ad esempio l'encefalite spongiforme bovina (malattia di Creutzfeld-Jacob). Non ci dilunghiamo su tante altre cause di probabili epidemie. Di pari passo, alla presa di coscienza di tutti questi rischi alla nostra salute, le ricerche in campo di salute umana seguono uno sviluppo vertiginoso.
Non vi è giorno che non venga resa nota una scoperta scientifica nel campo della salute. Talvolta vengono fatte scoperte definite rivoluzionarie. Tutte scoperte che dovrebbero far stare meglio il genere umano. Eppure c'è qualcosa che non torna. Gli investimenti attuati dai vari Stati aumentano ogni anno sempre di più. Le case farmaceutiche mettono a punto farmaci sempre più efficaci. Sempre più fini sono le strategie terapeutiche per sconfiggere la malattia. Eppure l'umanità è sempre più ammalata, il benessere aumenta ma di pari passo aumentano le malattie. Quali sono le cause? A una tale semplice domanda ovviamente non vi è altrettanto semplice risposta. Un ruolo di primaria importanza è sicuramente svolto dall’alimentazione e dai ritmi di vita sedentari. L'OMS si occupa di epidemie che possono svilupparsi a livello planetario in maniera subdola e repentina. Tuttavia già da alcuni anni ne è esplosa una non tanto lenta nell'evoluzione e nemmeno nascosta. È sotto gli occhi di tutti. Si chiama diabesità (diabete più obesità).
Il direttore dell’International Diabetes Institute di Melbourne, Australia, Paul Zimmet ha detto in un’intervista: “La combinazione di diabete e obesità (“diabesità”) è la più grande epidemia che il mondo abbia mai dovuto affrontare. Ciò che l’HIV/AIDS è stato negli ultimi vent’anni del XX secolo, il diabete e l’obesità – con le loro conseguenze – lo saranno certamente nelle prime due decadi del XXI secolo. Negli ultimi decenni, il numero dei diabetici è più che raddoppiato a livello globale. L’International Diabetes Federation, servendosi di dati forniti dal mio International Diabetes Institute australiano, ha comunicato di recente che il numero dei diabetici è destinato a salire dagli attuali 246 milioni a 380 milioni nel 2025. Eppure, malgrado i segnali di allarme, la maggior parte dei Governi ha reagito con troppa lentezza”.
Il problema è talmente grave ed esteso che il 21 dicembre 2006 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità una risoluzione che dichiarava la diabesità una “questione internazionale di salute pubblica”.
Il diabete è una malattia cronica le cui complicazioni possono interferire pesantemente con la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie per via della morbilità e mortalità loro associate. Gli effetti del diabete e del sovrappeso sono catastrofici, non solo in termini di salute individuale, ma anche economici. Il problema economico è di entità tale che Paesi sviluppati quali Stati Uniti, Inghilterra, Australia e altri con economie efficienti potrebbero avere effetti devastanti. Tali effetti economici potrebbero addirittura portare al fallimento le economie dei Paesi in via di sviluppo.
Combattere il diabete e l’obesità è probabilmente una delle sfide più importanti del XXI secolo a livello globale per chi si occupa di salute pubblica.
Sono più di quattro milioni gli italiani colpiti da diabete di tipo 2, causato nell’80-90% dei casi dall’obesità. Come conseguenza dell’aumento dell’obesità, della sedentarietà, di una dieta erronea, ci si aspetta, nei prossimi decenni, un aumento esponenziale dei casi di diabete di tipo 2.
Il grosso problema della diabesità sono le sue complicazioni: malattie cardiovascolari, danni alla retina, nefropatia, malattie degenerative e neoplastiche.
Altro fenomeno è l’obesità infantile. Si stima che il 23% dei bambini, in Italia, sia in sovrappeso e il 12% obeso. Questa realtà rischia di tradursi, nel giro di pochi anni, in una impennata di malattie cardiovascolari, conseguenti all’obesità e al diabete, nei giovani tra i 20 e i 30 anni.
Drammatico risulta l’aumento del numero di bambini obesi affetti da diabete di tipo 2, fino ad alcuni anni fa del tutto sconosciuto in questa fascia di età. Fino a pochi anni fa il diabete di tipo 2 si manifestava solamente in età avanzata, da qui il termine “diabete senile”.
Il fenomeno si spiega con il fatto che i ragazzi di oggi, spesso seguendo l’esempio dei genitori, mangiano troppo e cibi di pessima qualità. Si diffonde sempre di più il consumo di cibo spazzatura (junk food). Il consumo di frutta e verdura è ridotto al minimo, si consuma cibo a tutte le ore, la maggior parte delle quali passate davanti al televisore. Tutto questo non può che avere effetti catastrofici sulla salute umana.
Il 1° ottobre 2013 è stato pubblicato uno studio sul British Medical Journal. La ricerca riporta una meta-analisi che ha riguardato oltre 300 mila persone e dimostra che un’adeguata alimentazione e l'esercizio fisico sono efficaci, in termini di riduzione della mortalità cardiovascolare o legata al diabete, quanto il trattamento farmacologico.
Nei maggiori centri di ricerca mondiali da qualche decennio si studia il cibo. Quali molecole contengono i vari alimenti, ma soprattutto si cerca di capire quali possano essere le azioni che queste molecole naturali e quindi un particolare alimento può avere sulla salute dell’uomo. Oggi le conoscenze sono tali che possiamo affermare in maniera scientifica che il cibo può essere il nostro farmaco, anzi deve essere la nostra terapia. Poiché, quando ben individuato, preparato e somministrato, è più potente di qualunque farmaco di sintesi. Inoltre è soltanto con il cibo che si può attuare la vera prevenzione nei confronti di quei tantissimi disturbi che ci affliggono.
In questo libro descriveremo alcuni disturbi e come particolari cibi possono rappresentare un valido aiuto nel mitigare gli stessi, in molti casi permettendoci di ridurre la quantità dei farmaci assunti. Daremo anche nozioni su come cucinare particolari alimenti; infatti nello stesso cibo, a seconda del metodo di cottura a cui viene sottoposto, si possono innalzare o eliminare completamente le sue caratteristiche terapeutiche. Saranno dati consigli terapeutici sui disturbi più comuni, ma anche indicazioni di alimenti che agiscono in maniera preventiva e protettiva sulla comparsa di malattie sia acute che croniche. Alla fine del volume ci saranno alcune ricette, individuate sugli effetti benefici che esplicano sui vari disturbi e organi.
SILVIO SPINELLI
Laureato in Medicina e Chirurgia e poi specializzato in Psichiatria, ha svolto la sua carriera ospedaliera prima nel reparto di Neuropsichiatria e poi in Pronto Soccorso. Fin dallinizio si è interessato anche di medicina non convenzionale, approfondendo lo studio della nutrizione e dellomeopatia e applicando tali metodiche terapeutiche alla pratica clinica.
Allievo della dottoressa Domenica Arcari Morini, esperta di Terapia Bionutrizionale, negli anni ha rivisto questa metodica alla luce delle scoperte scientifiche più recenti in campo nutrizionale, lasciando alla base, tuttavia, i canoni principali, come quello dellutilizzo dellalimento come fosse un farmaco. Allattività clinica affianca un'intensa attività di insegnamento e formazione, tramite corsi e conferenze. Giornalista pubblicista, ha scritto numerosi articoli sulle cure con metodiche naturali, ed è cofondatore e responsabile scientifico del progetto ÀMATI!.